Allergie Alimentari: Un Disturbo Alimentare Camuffato?

La relazione tra allergie alimentari e disturbi alimentari è complessa, nonché un tema di crescente interesse per la ricerca. Non tutte le persone che soffrono di allergie e intolleranzesoffrono di disturbi alimentari. Benché la comorbilità tra allergie alimentari e disturbi alimentari possa sussistere, un’allergia alimentare errata e autoproclamata può fungere da copertura per un rapporto irregolare con il cibo.

I disturbi alimentari sono tra i disturbi mentali più letali e colpiscono persone di ogni sesso, estrazione sociale, età, razza e taglia. Oggi parleremo di allergie alimentari e disturbi alimentari, concentrandoci sulla difficoltà legata alle allergie alimentari nel recupero dei disturbi alimentari e su come affrontare le sensibilità alimentari durante il trattamento.

Allergie/Intolleranze Alimentari durante il recupero dei disturbi alimentari

Le allergie alimentari sono un fenomeno comune. Secondo l’organizzazione medica Food Allergy Research & Education (FARE), le allergie alimentari colpiscono circa 15 milioni di persone negli Stati Uniti. La ricerca ha anche dimostrato che circa il 20% della popolazione globale afferma di aver avuto una reazione negativa a uno o più alimenti (Teufel, 2007).

Cosa c’entrano i disturbi alimentari con le allergie alimentari?

Le allergie alimentari possono innescare sintomi legati al disturbo alimentare e ostacolarne il processo di guarigione. Qui di seguito trovi alcuni esempi comuni dell’impatto negativo che le allergie alimentari possono avere sul processo di recupero.

Innanzitutto, le allergie alimentari possono compromettere in modo rilevante la qualità della vita e generare livelli più elevati di ansia e paura nei confronti di determinati alimenti o gruppi di alimenti. L’ansia influisce negativamente sui disturbi alimentari e spesso ne ostacola la guarigione.

Secondariamente, i pattern di alimentazione scorretta provocati dalle allergie alimentari autodiagnosticate possono favorire l’insorgenza di disturbi alimentari. Uno dei problemi più comuni per le persone che devono evitare alcuni gruppi di alimenti a causa di allergie è il consumo eccessivo di calorie, che determina un approccio alimentare limitante. Inoltre, le persone che soffrono di allergie alimentari possono anche evitare di mangiare in pubblico, il che porta ad isolarsi, un segnale comune di disturbo alimentare.

In terzo luogo, e soprattutto, se è del tutto possibile che coesistano un disturbo alimentare e un’allergia o un’intolleranza alimentare, è anche frequente che le persone affette da disturbi alimentari presentino allergie o intolleranze autodichiarate o impropriamente diagnosticate (Bearden, n.d.). In questo caso, le allergie alimentari servono a giustificare abitudini alimentari estreme e la restrizione di interi gruppi di alimenti, come i latticini. Uno dei campanelli d’allarme è la dichiarazione di allergie ad allergeni poco comuni, come il cioccolato, o ad altri alimenti che non si vogliono consumare perché considerati “cibi cattivi”. Terr (1986) ha condotto una ricerca su sei persone che presentano un lungo trascorso caratterizzato da diverse allergie alimentari con sintomi soggettivi ma non tipici dell’allergia. Ha scoperto che in questi casi, la presenza di abitudini alimentari scorrette e di problemi di peso pregressi alla diagnosi delle “allergie alimentari” riferite, quando le diete per la riduzione del peso non erano efficaci. Di conseguenza, in tutti i pazienti con alle spalle un’anamnesi di “allergie alimentari” a cibi insoliti, i test allergici devono essere condotti con attenzione e il disturbo alimentare sottostante deve essere investigato a fondo.

È Possibile Gestire Le Allergie Alimentari Durante Il Percorso di Guarigione?

Per destreggiarsi tra le allergie alimentari durante il percorso di recupero da un disturbo alimentare, è necessario consultare un allergologo che sia consapevole del disturbo alimentare, in modo da stabilire se le allergie alimentari segnalate sono reali. Se le allergie alimentari esistono, è indispensabile che i pazienti si rivolgano a un dietologo che possa offrire un’adeguata pianificazione dei pasti e un supporto per garantire un’adeguata assunzione di cibo, evitare la malnutrizione e monitorare i modelli alimentari disordinati. Se le allergie alimentari non sono fondate, bisogna concentrarsi sulla stabilizzazione dell’apporto di nutrienti e riconoscere che le risposte negative al cibo, come gli effetti gastrointestinali negativi, sono una risposta fisica a un fattore di stress psicologico e non il risultato degli alimenti specifici che si consumano. In realtà, ciò che accade è che i problemi alimentari sono più strettamente legati ai loro pattern alimentari scorretti, che generano disturbi fisici, e quindi determinati alimenti vengono erroneamente “incolpati” di tali problemi.

Grazie al supporto dei professionisti che si occupano di disturbi alimentari e di allergie, che educano e instaurano un rapporto di fiducia con le persone che soffrono di allergie alimentari e disturbi alimentari, è possibile abbattere un’ulteriore barriera che impedisce di sviluppare un rapporto sano con il cibo.

Tratto da un articolo di: Enchi Dai su balancedtx

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