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5 Consigli per Sopravvivere alle vacanze con un disturbo alimentare

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Per anni, mentre tornavo a casa per Natale, ho avuto la stessa identica discussione con mia nonna.

“Sei dimagrita?” mi chiedeva, gioiosa.

Non ero quasi mai più magra, che io sappia, il che rendeva la domanda ancora più bizzarra. Tuttavia, ero pronta a rispondere sempre allo stesso modo: “No, nonna. E preferirei che non si parlasse del mio corpo”. A queste parole lei sorrideva, non comprendendo bene il mio limite. E poi lasciava perdere, fino all’anno successivo.

Essendo una persona con un passato caratterizzato da un disturbo alimentare, le vacanze, che dovrebbero essere gioiose ed emozionanti, possono essere imbarazzanti – e persino distruttive – poiché gli stessi problemi si presentano anno dopo anno: dobbiamo trascorrere del tempo con i membri della famiglia che possono essere fastidiosi. Ci troviamo di fronte non solo ad una grande abbondanza di cibo, ma anche a giudizi espliciti su quanto (o quanto poco) mangiamo. Il nostro corpo viene considerato un punto di partenza per le conversazioni, come se le dimensioni dei nostri fianchi fossero banali come il clima mutevole.

Anche in un mare tumultuoso di malessere, a volte tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un salvagente che ci riporti in salvo.


E se da un lato possiamo sperare che i nostri cari dedichino il tempo necessario a conoscere le nostre esperienze e ad adeguare i loro comportamenti, dall’altro a volte dobbiamo scegliere di prenderci cura di noi stessi.

Ecco quindi cinque domande da porsi per prepararsi alla prossima vacanza:

1. Devo partecipare a questo evento? 

Credetemi, so come questa domanda si presenta a molti di voi: “Non andare ad una festa in famiglia? Rimarrei emarginato per il resto della mia vita!” E lo capisco. La gente, e soprattutto la famiglia, può avere forti radici nella tradizione.

Ma non dovete sottomettervi a nessun ambiente che possa essere dannoso per la vostra salute.

Se la vostra ansia pre-festiva è particolarmente elevata (che potrebbe presentarsi in svariate forme, dal pianto alla perdita del sonno) o vi sentite sull’orlo di una ricaduta, chiedetevi: Rendere felici le altre persone vale il vostro malessere?

Magari quest’anno saltate l’appuntamento. O magari creare una tradizione completamente nuova che ritenete più vicina ai vostri valori e alle vostre esigenze – dal volontariato a un incontro tra amici a una giornata di auto-assistenza. Tuttavia sappiate che le aspettative degli altri non sono una vostra responsabilità.

2. Quali limiti posso stabilire in anticipo?

Quando sei nel momento e qualcuno fa o dice qualcosa che scatena una reazione, può essere difficile rispondere. A volte veniamo addirittura stimolati eccessivamente da essa perché ce l’aspettavamo senza ombra di dubbio – o perlomeno è così che direbbe lo zio Jimmy!

Valuta l’idea di far sapere anticipatamente alla gente cosa ti fa stare male.

Non deve per forza sembrare una cosa, ad esempio una lista di parole e frasi off-limits, anche se potrebbe sembrare così. Magari il tuo rapporto con tua madre è il più doloroso per via del modo in cui ti ha parlato delle sue diete crescendo, così ti concentri per avere con lei una conversazione impegnativa sui tuoi bisogni. Magari il tuo limite potrebbe essere il tuo corpo, facendo un unico grande appello alle persone di non parlarne, piuttosto che chiederlo a ciascuno di essi individualmente.

Magari puoi stabilire un limite con te stesso, per esempio potresti alzarti e fare una veloce pausa bagno se e quando qualcuno fa qualcosa di doloroso. Magari il tuo limite è che se qualcuno dice x, al momento risponderai con y, come: “Quello che scelgo di mangiare non è affare di nessuno”.

Ma pensa a quello che ti serve per sentirti al sicuro prima di mettere piede nell’ambiente, e fai pratica nel porre dei limiti chiedendo ai tuoi cari di prestare attenzione ai tuoi bisogni.

3. Come posso autoregolarmi? 

Abbiamo tutti gli strumenti per sentirci più tranquilli nelle situazioni che attivano il nostro sistema nervoso. Per esempio, so che posso essere molto reattiva quando sono agitata, quindi uno dei miei strumenti è quello di chiedere una pausa prima di rispondere a chi mi sta agitando.

Alcune persone sfruttano delle tecniche di respirazione per focalizzarsi. Alcune persone portano con sé dell’olio essenziale di lavanda per le sue proprietà calmanti. Altri hanno bisogno di uscire dall’ambiente ostile – fanno un giro intorno all’isolato, anche prima di poter fronteggiare la frustrazione in modo sicuro.

Sapendo che le vacanze possono essere per te un fattore scatenante, cerca di capire come puoi calmarti quando è necessario.

4. Chi può essere il mio sistema di supporto?

Per me, lo strumento più utile per il recupero dei disturbi alimentari è stata la mia comunità: persone di tutto il mondo che si trovano su percorsi di vita simili, che ho incontrato online nel corso degli anni, e i miei cari che sono pronti ad essere miei alleati.

Avere qualcuno a tavola con te che può fare di tutto, dal cambiare argomento quando il discorso del cibo sbuca fuori allo scambiare con te un’occhiata per farti sentire meno solo può essere incredibilmente utile. Può essere qualcuno già invitato all’evento, come un cugino, oppure puoi chiedere di portare un ospite con te.

Ma anche se queste persone non possono stare fisicamente con te durante le vacanze, puoi comunque tenerle con te grazie alle app, sms e social media per telefono.

Chiedi a qualche amico se potete sostenervi a vicenda durante le vacanze. Così, quando avrai bisogno di parlare in un momento difficile, o vorrai semplicemente di sfogarti, avrai una manciata di persone a cui puoi chiedere aiuto.

E se hai Twitter, dai un’occhiata a #THX4SUPPORT. Qualche anno fa, ho lanciato questo hashtag per aiutare la gente a superare il giorno del Ringraziamento, e la National Eating Disorders Association ha continuato a supportarlo. La gente twitta risorse con l’hashtag ogni giorno, e lo fa da anni, quindi il backlog del tag è ricco di solidarietà e supporto a cui puoi fare riferimento.

Anche in un mare tumultuoso di malessere, a volte tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un salvagente che ci riporti in salvo.

5. Come posso resettare e ricaricarmi successivamente? 

Prepararsi a un ambiente stressante durante il recupero dei disordini alimentari è importante, così come avere gli strumenti per lavorare nelle situazioni difficili che si presentano in tempo reale. Tuttavia, un piano per il post trattamento, come rilassarsi e ristabilirsi, è ugualmente importante.

Vuoi un giorno tutto per te quando torni a casa e riprendi la tua vita quotidiana? Ti aiuterebbe avere qualcosa da aspettare, come una sessione di sfogo durante il brunch con i tuoi migliori amici? Un’attività rilassante – come un massaggio, un bel bagno con le bolle, un corso di yoga o anche una notte di sonno completo – potrebbe far bene al tuo sistema nervoso?

Prepara un piano su come prenderti cura di te stesso quando torni a casa. Concediti dello spazio per prendere le distanze dal trambusto delle vacanze, per tornare ad occuparti di te stesso e per prepararti all’anno che ti aspetta.

Vivere con un disturbo alimentare, sia attivo che in via di guarigione, non è facile e soprattutto la stagione delle vacanze è ricca di fattori scatenanti. Tuttavia, mettere in pratica quanto sopra ti aiuterà a sviluppare le tue capacità di autonomia e di resistenza, facendoti superare la stagione e non solo.

Articolo tradotto di Melissa A. Fabello, tradotto dall’originale presente al link di seguito: https://www.yesmagazine.org/opinion/2019/12/12/tips-eating-disorder/

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