Riconoscere i disturbi alimentari negli atleti

Le Olimpiadi di Pechino del 2022 sono ormai iniziate. Dato che l’attenzione del mondo si concentra su questi sport invernali, è importante prestare attenzione a tutti gli atleti e ai vari problemi che li riguardano. Tra questi problemi troviamo i disordini alimentari, che affliggono gli atleti in modo significativo. In questo blog, spieghiamo i fattori di rischio e i segnali di allarme dei disturbi alimentari negli atleti, così come l’importanza di valorizzare la persona rispetto alle sue prestazioni.

Fattori di rischio dei disturbi alimentari negli atleti

Gli atleti di qualsiasi sesso possono sviluppare disturbi alimentari, sebbene la ricerca sugli atleti transgender e sugli atleti che presentano diagnosi diverse dall’anoressia e dalla bulimia sia estremamente limitata. Secondo gli studi effettuati, la percentuale di atleti universitari a rischio di sviluppare anoressia è del 35% per le femmine e del 10% per i maschi. Invece, il rischio di bulimia è molto più alto per entrambi, con il 58% delle femmine a rischio e il 38% dei maschi a rischio (NEDA).

Non si può scegliere di avere un disordine alimentare. Sono malattie complesse che interessano il cervello, influenzate principalmente da tre tipi di fattori: biologico, psicologico e sociale/ambientale.

  • Biologia
  • Genetica
  • Dieta
  • Pubertà
  • Psicologia
  • Malattie coesistenti (ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo (OCD) o abuso di sostanze)
  • Trauma/abuso
  • Stress
  • Sociale/ambientale
  • Standard di bellezza
  • Commenti relativi al peso
  • Messaggi dei media

Gli sport che esaltano l’aspetto e il peso possono costituire un rischio particolarmente elevato per lo sviluppo di un disturbo alimentare. Fra questi sport ci sono il bodybuilding, la boxe, il wrestling, la ginnastica, le corse di cavalli, il tuffo, il pattinaggio artistico, la danza, l’atletica, la corsa e il nuoto. Per gli atleti di questi sport, generalmente c’è una forte pressione affinché si raggiunga un determinato peso, una dimensione corporea stereotipata o un determinato rapporto muscoli/grasso.

La pressione extra esercitata dai coach, dalla famiglia e dai compagni di squadra per raggiungere determinate prestazioni può contribuire a livelli estremi di perfezionismo e competitività. Quando un atleta viene premiato per la sua competitività, per aver perso peso, per aver vinto o per aver fatto un nuovo record, questa lode può innescare, rinforzare o normalizzare pensieri e comportamenti relativi al disturbo alimentare. 

Un altro fattore di rischio per gli atleti è l’alto livello di attività fisica spesso richiesto dal loro sport. L’esercizio eccessivo, o l’esercizio compulsivo, può causare problemi di salute come la disidratazione, lesioni, osteoporosi o bassa frequenza cardiaca, e aumentare il rischio di disturbi alimentari.

Notare i segnali di pericolo

Gli atleti possono pensare che ciò che fanno sia una normalità per i loro sport. Potrebbero non notare i segnali di allarme a causa della normalizzazione dei disturbi alimentari. Per questo motivo, i coach e i compagni di squadra giocano un ruolo importante nel riconoscere i segnali di pericolo. È fondamentale riconoscere uno qualsiasi dei seguenti comportamenti che possono svilupparsi improvvisamente o nel corso del tempo.

  • Perdita o aumento di peso repentina
  • Rapido declino o aumento dell’assunzione di cibo
  • Parlare in continuazione di cibo, peso e dimensioni del corpo
  • Pattern di allenamento compulsivo – non saltare mai un giorno di palestra, allenarsi più volte al giorno, o allenarsi per “recuperare” il cibo consumato
  • Dialogo negativo con se stessi e percezione di sé
  • Eliminazione, restrizione, alimentazione incontrollata o compulsiva
  • Abuso di pillole dimagranti, lassativi o diuretici
  • Mangiare di nascosto, nascondere il cibo e sentirsi fuori controllo quando si tratta di cibo
  • Negare problemi relativi al cibo e all’alimentazione
  • Esercitarsi quando si è malati o feriti
  • Forte angoscia quando si perde un allenamento o si evitano eventi e situazioni per allenarsi
  • Complicanze della salute: ciclo irregolare, pelle secca, perdita di capelli, capelli fragili, osteoporosi, problemi ai denti, diabete, malattie cardiache, collasso degli organi, svenimenti costanti, vertigini, lividi, crampi alle gambe, diarrea, costipazione, dolore al petto, bruciori di stomaco e respiro corto

Trattare le problematiche del disturbo alimentare e chiedere se l’atleta è in difficoltà può aprire la porta al dialogo. Tieni aperte tutte le linee di comunicazione perché potrebbero essere necessari diversi confronti per far sì che l’atleta si apra e accetti il supporto.

Considerare la persona piuttosto che la sua performance

Gli atleti possono pensare che le loro performance siano più importanti della loro persona, specialmente se la conferma che ricevono riguarda il loro sport. Molte volte, gli atleti possono trovarsi in difficoltà con la loro salute mentale, il che si può manifestare con stress, burnout, depressione e ansia, per nominare qualche problematica.

Per gli atleti che vivono in una realtà competitiva può essere difficile essere positivi quando devono avere prestazioni di livello massimo e ottenere punteggi elevati, non commettere errori, essere separati dai propri cari per molto tempo o possibilmente ottenere degli sponsor. L’atleta potrebbe provare una sensazione di fallimento se sente che le sue performance non sono soddisfacenti (sul campo o fuori dal campo) o potrebbe sentirsi depresso essendo isolato dalla sua famiglia, dai suoi amici o dai suoi sistemi di supporto. Gli atleti e i suoi sostenitori dovrebbero riconoscerne l’impegno e ricordare che l’atleta è umano e la perfezione non è possibile. Sostieni la persona a prescindere dai risultati.

Gli atleti sono considerati duri e forti, non lasciando spesso spazio alla vulnerabilità e al rispetto della salute mentale. Di conseguenza, coach, allenatori o compagni di squadra possono dire agli atleti di “farsi forza”, non piangere o non mostrare emozioni sul campo. Agli atleti dovrebbe essere permesso di provare i loro sentimenti, indipendentemente dal fatto che vincano o perdano. Ricorda che la salute mentale è importante tanto quanto quella fisica.

Gli atleti che soffrono di disturbi alimentari potrebbero necessitare di un periodo di pausa per poter seguire un percorso di recovery. Anche se prendersi una pausa può essere devastante per un atleta, il tempo per recuperare è fondamentale sia per la salute mentale che fisica. Se un atleta si rompe un osso, allora si deve prendere il tempo necessario per ottenere assistenza medica e guarire; le malattie mentali (come i disturbi alimentari) sono importanti e richiedono cure. I team di assistenza professionale possono aiutare l’atleta durante il recupero e contribuire a ristabilire un movimento sano nel suo stile di vita. I coach, i sostenitori e i fan dovrebbero dare la priorità al benessere comlpessivo dell’atleta al di là dello sport.

Fonte: emilyprogram.org

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