Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?

Il difficile rapporto tra madre e figlia

Le favole ci portano a conoscere, a sentire, con immediatezza e semplicità quei meccanismi inconsci che rifiutiamo ma che,in parte, ci guidano nelle relazioni. Quante di noi hanno visto nella propria madre un po’ di Grimilde? E quante mamme hanno vissuto sentimenti contrastanti verso le proprie Biancaneve?

Se difficile è essere madre di una figlia adolescente ancor più è difficile essere una figlia adolescente. Alcune delle domande che una figlia fa alla propria madre senza poterle mentalizzare e quindi verbalizzare potrebbero essere:

Quale donna posso diventare senza perdere il tuo amore?

Quanto di me devo sacrificare per proteggerti dalla mia crescita ?

Talvolta  il padre non riesce ad inserirsi in questa diade in modo sufficientemente rassicurante per la mamma e per la figlia e così può essere rappresentato come il “re” nella sua assenza o come il cacciatore che non uccide Biancaneve ma soddisfa il narcisismo di Grimilde fingendo di aver adempiuto al suo compito. A volte poi è veramente una missione impossibile.

Quando questi messaggi passano attraverso la relazione con il cibo ecco che un frutto salutare come la mela viene avvelenato e diventa simbolo di tentazione e peccato come ci racconta la Bibbia

Ma è possibile un lieto fine?

Si, come nella favola con grande fatica. Pian piano si trovano le parole, pian piano si esce dalla dipendenza. Si uccide simbolicamente quella parte di Grimilde che imperversa dentro di noi.

Lo spiega molto meglio di me il racconto che una mia, ormai non più, paziente .

Ci ha fatto un gran regalo con l’intenzione di essere utile a chi, come lei in passato, soffre di un disturbo dell’alimentazione.

Con il suo permesso riporto integralmente:

“Di questi 47 anni di vita la “me” a cui sono più legata è quella adolescente: indifesa, insicura, desiderosa di certezze e… sofferente. Vorrei abbracciarla e darle la forza di non farsi coinvolgere in inconsapevoli meccanismi familiari che non poteva conoscere. La donna adulta che sono ora, dopo e grazie a una profonda autoanalisi e alla terapia che ho fortemente deciso di seguire, guarda con tenerezza quella bella bambina diventata con lo sviluppo un’adolescente un pò paffuta. Non era più soltanto la più grande gioia di un padre affettuosissimo, ma si era trasformata in una piccolo donna, inconsapevole rivale di una madre anaffettiva che – immotivatamente e per vena narcisistica – rivendicava crescenti ed esclusive attenzioni dal marito. La reazione di quell’adolescente fu riversarsi nel cibo, nel tentativo di aumentare le proprie difese e, al contempo, di proteggere la madre rendendosi meno attraente. Ma la realtà è stata che il padre non ha mai diminuito il suo affetto per lei e l’ha sempre amata incondizionatamente e incoraggiata fin quando è stato in vita. E invece, forse, la madre non ha mai accettato in fondo quella bambina/adolescente/adulta in perenne lotta con il peso, ignorando totalmente di esserne stata causa. Ora che ho compreso quelle dinamiche familiari, che ho conosciuto me stessa e ho finalmente potuto superare quella sensazione di non riuscire a fare mai abbastanza per lei, quel dolore costante di non sentirmi accettata proprio da colei che mi ha generata.”

Ora posso accarezzarla e sentirla vicina, ho anche la voglia di proteggere lei ormai anziana e bisognosa di cure, lei che non è riuscita a proteggere me quando più ne avrei avuto bisogno, ma poco importa. Io sono riuscita a riconciliarmi con me stessa anche perdonandola.”

V.

Biancaneve è diventata una donna!

Grazie per l’attenzione

Carla Vulcano

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